A parer mio, le principesse non si distinguono per una corona posata sulla testa. Altrimenti io non ne avrei conosciuta mezza.
A parer mio, le vere principesse sono quelle che sanno farsi valere nel percorso tortuoso della vita. Le principesse, per me, hanno solo poveri materassi e al mattino lavano e sistemano i figli perchè indossino innanzitutto la dignità, che sa di camicetta stirata.
Io ho conosciuto una vera principessa: una donna forte e coraggiosa, capace di far fronte alle avversità sempre e comunque. La chiamavano così in ospedale: lei era la principessa di quella fredda corsia, dai muri bianchi e i pavimenti lucidati a specchio. Un castello asettico perchè la malattia non prendesse il sopravvento, decretando la sua fine.
Le principesse, sapete, sono anime gentili a cui è stato chiesto di essere sfacciatamente forti: principessa per me è una donna impigliata nei dolori del parto, è una mamma che sta sveglia di notte per cullare il figlio, è chi fa coraggio all’uomo che ha perso il lavoro. Principessa è chi fa la pasta in casa, chi stira le camicie, chi chiede una parola d’amore. È chi non si arrabbia quando le cose vanno male, chi ha il coraggio di morire per amore. Le principesse, quelle vere, si chiedono la forza di essere belle anche solo avendo a disposizione una forcina, fanno quadrare i conti anche quando non ci sono euro nel borsellino, e sanno sistemare un giocattolo per un bambino.
Io sono un pirata e la corona per me è solo una birra da gustare con una fettina di limone. Spesso sovverto le regole, non riconosco le gerarchie e non credo in chi ti comanda parlando d’amore. Mi stanno terribilmente sull’anima le forcine, non sopporto chi si prostra ad un concetto, né chi fa sua una dottrina senza averla elaborata.
Però… le principesse! Quale incanto quando una mamma mi parla con voce delicata, quando leggo la stanchezza negli occhi di chi stira a mezzanotte per risparmiare sulla corrente elettrica mentre i bimbi finalmente dormono, quando vedo la tenerezza di un abbraccio in un momento di sfinimento!
Io amo queste donne. E cerco di proteggerle come posso. Sono le mie principesse, quelle che preferiscono morire piuttosto che chiedere una mano. Quelle che mi chiamano “matta” perchè sono il loro opposto, mentre ridono sedute su una panchina comunale mentre il loro bimbo dondola su una semplice altalena.
Se potessero vedere i miei pensieri mentre parlo con loro, capirebbero quanto sono belle e quanto ammiro chi sa mostrare virtù intessute di quotidianità. Mi perdo nel loro sorriso a trentadue denti, l’anima stanca e il fiato corto di chi sta dando troppo. Eppure non sarebbero principesse se dessero di meno.
E io le amo perché, a dispetto di tutto e di tutti, sono le donne più belle del mondo.