In questo istante mi trovo nella piccola hall di Absinthe, un antico albergo francese. Per essere più precisi, sono ad Honfleur, in Normandia, nella suggestiva Francia Occidentale.L’hotel è tra i più accoglienti che io abbia mai conosciuto, perché narra una storia antica, fatta di materiali sinceri ed estremamente ordinati: il legno delle travi segnato da profondi solchi, le mattonelle in cotto ben squadrate e disposte ora in orizzontale, ora in diagonale per creare un disegno geometrico e per nulla banale. Sono come delle piccole anime agitate, simili a bimbi di un girotondo, con il loro colore sui toni dell’arancio, del rosso e del marrone, calpestate da almeno un secolo di storia. Sono tutte fatte a mano, leggermente bombate e disposte in file ordinate da fughe bianche, candide come la spuma del mare. Le osservano da anni ormai numerosi un imponente camino in pietra chiara, che sullo sfondo ha una parete in mattoni rossi anneriti dalla scura e densa fuliggine, e due poltrone verdi abbinate ad un sofà marrone e ad una poltroncina color tortora. Qui tutto è colore. Tutto è poesia.Seduta su un bellissimo tappeto rosso, sorseggio un caffè caldo mentre scrivo sul computer, appoggiato su un largo tavolino da salotto. Gambe incrociate e sguardo da bambina, non riesco a smettere di innamorarmi di questo istante così prezioso.
I vetri dell’hotel, colorati, leggeri e disegnati a losanghe da fili di piombo fuso, lasciano intravvedere le sagome di persone dal tono pacato e dai passi leggeri lungo la piccola strada. Sono il sottofondo di questo istante, così meravigliosamente nitido. Nulla si confonde: i suoni sono puliti, brevi e cadenzati. La pioggia leggera suona la canzone più evocativa, in questa fredda giornata di fine estate.
I vetri dell’hotel, colorati, leggeri e disegnati a losanghe da fili di piombo fuso, lasciano intravvedere le sagome di persone dal tono pacato e dai passi leggeri lungo la piccola strada. Sono il sottofondo di questo istante, così meravigliosamente nitido. Nulla si confonde: i suoni sono puliti, brevi e cadenzati. La pioggia leggera suona la canzone più evocativa, in questa fredda giornata di fine estate.
Una scena di questo tipo riesco ad immaginarmela solo nel cuore dell’antica Europa, dove fare un viaggio di nozze significa innamorarsi delle proprie radici. Perché qui, in Normandia le sorprese non sono grandi grattacieli e la frenetica avanguardia, ma lo stupore di un tempo che calma i sensi, riportando tutto in un equilibrio fatto di bellezza ed armonia. Dall’hotel di Ferme Saint Simeon, con la facciata tutta in ardesia ed i salotti con le grandi travi incurvate dalla storia, fino alle casette di Honfleur, la piccola cittadina in cui mi trovo e che tra poco visiterò sotto la pioggia per raccontarvi le voci, le sensazioni ed i profumi di questa sofisticata anima bella.